TULUM

Tulum è un importante complesso archeologico Maya, la sua particolare posizione, sulla costa a picco sul mare, ha fatto sì che fosse la prima città Maya ad essere avvistata dagli spagnoli il 3 marzo 1517…

…infatti è l’unico sito Maya sul mare, praticamente su una spiaggia di sabbia bianca finissima bagnata da un mare verde smeraldo perennemente mosso.

Visitarlo merita veramente, consigliamo di andarci nel tardo pomeriggio quando il grosso delle comitive è già passato ed il caldo e meno implacabile…

…aggirasi per le rovine, così da soli a caso ha un certo fascino…

…anche se Anita, come suo solito, era invece piuttosto affascinata dalle innumerevoli iguane che s’incontravano per il sito…

…mentre si gira tra le rovine bisogna attraversare pezzettini di foresta ed Anita si perdeva a fotografare iguane su iguane…

…e invece la mamma fotografa ne approfittava per allattare Alfredo (della serie “allattamenti in posti improbabili”)…

…ma la cosa particolare di questo vasto sito archeologico Maya…

…e che dopo che lo hai visitato sotto un sole cocente messicano e sei stanco e sudato…

…ti puoi spogliare di tutto e tuffarti tra le onde verde smeraldo nella spiaggia sottostante…

…noi l’abbiamo fatto e solo questo merita una visita a Tulum.

Ma Tulum non è solo il sito Maya, negli ultimi anni attorno a questo luogo è sorto un paesino, dapprima abbastanza hippie e spartano, con cabanas sulla spiaggia e campeggio…

…ora sempre più raffinato con ristoranti e alberghi anche cari, che sta attirando sempre più turisti che trovano Playa del Carmen troppo congestionata.

In effetti le spiaggie sono molto più belle, selvagge, grandi e  piene di palme e sopratutto con un mare verde smeraldo intenso…

…che però è perennemente mosso, con onde a volte anche abbastanza alte, questo era stato uno dei motivi per cui avevamo scelto di alloggiare a Playa del Carmen…

…con i bimbi le onde sono belle perché ci si diverte ad affrontarle, ma poi se ci sono per tutta la giornata e tutti i giorni diventa stancante…

…infatti noi continuavamo a dormire a Playa, dove ci svegliavamo facevamo colazione guardando il mare, magari si faceva anche un bagnetto nelle acque calme, poi si prendeva l’auto ed in 30 minuti si arrivava a Tulum dove ci si piazzava in queste enormi e spesso deserte spiagge…

…ci si spappolava sopra l’amaca…

…si beveva latte da un cocco appena staccato dalla palma…

… e quando dopo un’estenuante bagno tra le onde veniva fame…

…arrivava l’omino del pesce…

…e si mangiava. pesce alla griglia, gamberi ed ogni tanto anche aragosta. I prezzi risultano essere un pò più cari rispetto a quelli che trovi in Oriente, ma comunque ancora abbordabili, almeno una volta l’anno!

A Tulum le giornate passavano veloci, i bimbi si divertivano in spiaggia…

…Anita  “la Piccola Maya” esplorava i dintorni…

…scoprendo piramidi Maya sconosciute…

…e mentre il fratellino Alfredo oziava sotto una palma (anche perché non camminava propio!)…

…la sorella saltava e correva.

In questo modo i 4-5 giorni che avevamo a disposizione sono volati.

 

T A R T A R U G H E

Una mattina siamo arrivati in spiaggia ed abbiamo trovato in mezzo alle sdraio queste transenne che stavano ad indicare che nella notte erano venute propio lì delle tartarughe e depositare le uova sotto la sabbia…

…Anita di tutto ciò era naturalmente felicissima ed è stata a controllare tutto il giorno che non si avvicinasse nessuno e se fosse stato per lei sarebbe restata altri 2 mesi per assistere alla schiusa delle uova ed aiutare i piccoli a prendere il mare.

Questo ci ha dato lo spunto per andare a visitare la famosa spiaggia di Akumal, che si trova a pochi km da Tulum.

 

A K U M A L

Akumal, che in lingua Maya significa “luogo delle tartarughe” è semplicemente un posto fantastico, una lunga spiaggia orlata di palme con sabbia bianca e finissima, si chiama così perché lungo le sue spiagge in maggio -giugno (come un pò dappertutto lungo quel tratto di costa) vengono a nidificare le tartarughe marine.

Ma non solo,c’è anche un gruppo di tartarughe stanziali che vivono a pochi metri dalla costa e stanno lì a brucare le alghe, il papà ed Anita messi maschera e boccaglio si sono fiondati subito in acqua per vederle e c’erano veramente…

…peccato che all’epoca Anita non aveva ancora la macchina fotografica  subacquea, quella è stata la prima volta che ha visto le tartarughe nel loro ambiente , la aveva già viste a anche in un centro di recupero a  Los Roques in Venezuela, ma mai  libere…

…non si riusciva più a farla uscire dall’acqua e d’altronde non aveva tutti i torti l’acqua era calda e cristallina e sotto di lei brucavano alghe queste magnifiche creature.

Ad Akumal era talmente bello che ci siamo andati 2 volte, come consiglio non fatevi fregare dai messicani che all’entrata della spiaggia vi vogliono vendere l’immersione per ammirare le tartarughe, non c’è né bisogno si può fare benissimo anche da soli basta avere boccaglio e maschera.

La spiaggia è comunque molto famosa anche tra la gente del posto e sopratutto nei week end si riempie di gente, ma basta spostarsi un pò più avanti rispetto all’entrata e si può avere tutta la tranquillità che si vuole, all’interno è presente anche un ristorante-self service, molto comodo e decente.

Le giornate a disposizione per visitare la Riviera Maya stavano volgendo al termine, ci sarebbero state molte altre cose da vedere, tipo la riserva naturale di Sian Ka’an, vari cenotes (grotte di origine calcarea completamente allagate dove si può fare il bagno) ed anche visitare Punta Allen (estrema punta al confine con il Belize).

Ma ” Trip Family ” aveva voglia di ripartire e di andare nella località che aveva inspirato il viaggio in Messico, abbiamo quindi restituito l’auto in centro a Playa del Carmen e dopo una estenuante trattativa con un tassista ci siamo fatti portare nello sperduto paesino di Ciquilà, nel golfo del Messico, lì ci aspettava il traghetto per Holbox, nostra meta finale e motivo del perché eravamo lì.

Se vuoi vedere cosa abbiamo combinato ad Holbox clicca qui:

Holbox

 

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