GARDEN ROUTE

La Garden Route è un entusiasmante mix di campi, foreste rigogliose, negozietti d’artigianato, rifugi di montagna e spiagge.
Si estende tra Cape Town e Port Elizabeth, che sono entrambe dotate di aeroporto, ma è possibile anche atterrarvi proprio nel mezzo, nella cittadina di George.

Visitarla alla guida di un’ auto a noleggio è l’ opzione migliore, infatti noi abbiamo noleggiato in aereoporto sempre con Rental Cars questa Chevrolet Aveo con cambio automatico che si è rivelata comodissima.

Siamo atterrati a Port Elisabeth, provenienti da Johannesburg, a metà pomeriggio ed una volta presa l’auto ci siamo recati sul lungomare dove abbiamo alloggiato al The Humewood Hotel, posto molto carino, vicino alla spiaggia dove si faceva una abbondante colazione, ma purtroppo non era possibile cenare…

…infatti dopo avere fatto un giretto sull’enorme spiaggia, che si trova propio di fronte all’hotel, ha raccogliere conchiglie, ci siamo messi alla ricerca di un posto dove mangiare nei dintorni, ma niente da fare era tutto chiuso e dato che si era fatto buio e in giro c’erano delle facce poco raccomandabili siamo finiti in un fast food (cosa che durante il viaggio capiterà  spesso, purtroppo!).

Port Elisabeth non merita più di tanto, infatti l’indomani siamo partiti subito dopo colazione, imboccando la N2, principale arteria autostradale della Garden Route

…nel tratto che va da Port Elisabeth fino a Cape Town, con una deviazione più a sud per vedere il Capo di Buona Speranza ed i pinguini di Boulders Beach.

La strada e bella e scorrevole ed anche poco trafficata, boschi, fiumi, lagune, scogliere a picco sul mare, spiagge bianche e deserte, tutto in 400 km di strada. Non è un caso che la Garden Route sia considerata un’esperienza imperdibile da chi visita il Sudafrica.

Non esiste un periodo sconsigliabile per percorrere la Garden Route. Tuttavia è bene ricordare che è una destinazione popolare durante le vacanze di Pasqua e quelle estive (dicembre in Sudafrica), pertanto sarà  certamente più affollata in questi periodi.

 

J E F F R E Y S     B A Y

Per poterla apprezzare a pieno, pianificate un viaggio lungo questa strada di 4 o più giorni, noi la prima tappa l’abbiamo fatto nella cittadina di Jeffreys Bay, la baia da cui la città  prende il nome è una delle prime cinque destinazioni al mondo preferite dagli amanti del surf…

…anche se tecnicamente sarebbe un villaggio di pescatori, ciò che rende speciale è che ci sono onde che possono arrivare a svariati metri, regalando ai surfisti un’esperienza unica.

Ci siamo fermati qui, anche se distava solo un’oretta da Port Elisabeth, perchè si respirava una bellissima aria da spensierata surf-city come si vedono nella west-coast californiana…

…tanti bimbi che facevano il bagno, hippy, surfisti, negozietti e ristorantini, non a caso un significativo numero di artisti e creativi ha scelto di venire a vivere lungo questo magnifico tratto di costa.

In più per puro caso abbiamo trovato questo fantastico bed & breakfast il Jay Bay House, che con un ottimo prezzo e colazioni fantastiche ci ha invogliato a rimanere una notte in più.

Dopo esserci rifocillati in questa deliziosa cittadina ci siamo rimessi in moto alla volta di Knysna.

Il paesaggio era puntellato di piante maestose, coste sinuose, rifugi nascosti tra i monti con comunità  di artisti e centri moderni, una vera bellezza.

Il segreto quando si percorre la Garden Route è organizzarsi in modo tale da avere il tempo di prendere alcune deviazioni dalla N2 sulle sorprendenti strade secondarie.

 

K N Y S N A

A sorprendere con un nuovo cambio di scenario è arrivata Knysna col suo placido paesaggio lagunare, le sue case coloniali tutte in legno circondate da antiche foreste e il mare protagonista assoluto.

Si tratta probabilmente della località  più famosa della Garden Route, rinomata anche per gli allevamenti di ostriche, a luglio si tiene infatti il rinomato Oyster Festival.

La Garden Route offre svariate opzioni di soggiorno per tutte le tasche, in particolare modo a Knysna noi abbiamo alloggiato in una bellissima e tipica casa in legno lo Yellowwood Lodge dove si faceva una fantastica colazione in veranda e dove ci sono capitate, per la gioia di Anita, alcune esperienze con gli animali molto simpatiche.

In pratica appena arrivati, nella piccola piscina che dava sul retro, Anita (che ha da sempre la sorprendente capacità  di “connettersi” con tutti gli animali che incontra) si è accorta che c’era un piccolo camaleonte in procinto di annegare.

Propio nel bel mezzo della vasca annaspava come un forsennato, subito salvato è stato il compagno di Anita per tutta la giornata…

…prontamente battezzato con il nome di Camillo se lo teneva tra i capelli e sul corpo, in questa foto si vede bene la felicità di avere finalmente incontrato un vero camaleonte.

Verso sera l’ha poi liberato nella antica foresta che dava le spalle all’hotel, una vera e propria foresta che pullulava di suoni e rumori.

Infatti il giorno dopo mentre stavamo facendo una splendida colazione nella veranda della casa coloniale che ci ospitava…

…Anita, come si vede in questa foto, era tutta felice di avere alle sue spalle una scimmia che la guardava (del resto siamo in Africa, diceva è normale che ci siano scimmie che ti guardano mentre fai colazione!)
Ancora non sapeva che quella scimmietta non era altro che una sentinella che ci stava controllando…

…il resto del branco era al piano superiore ed era entrato nella nostra camera dalla finestra e stava saccheggiando tutti i bagagli, sparpagliandone il contenuto sul tetto e rovistando dappertutto alla ricerca di cibo.

Alla fine sono riuscite a rubare una mela, fare un pò di danni e nulla più, Anita di tutto era naturalmente felicissima ed ha commentato: non per niente siamo in Africa, qui le scimmie sono furbe ed intelligentissime! ancora adesso se lo ricorda e ne parla sempre.

Dopo questi due episodi, siamo andati alla scoperta della cittadina lagunare di Knysna che si è rivelata una piacevole sorpresa.

La Main Street è costellata di locali, così come il Waterfront, ci sono molti negozietti vintage, ristorantini particolari e caffetterie, insomma un gran bel posto dove si respira una aria tranquilla e pacifica.

In definitiva basterebbero un paio di giorni di permanenza per assaporare tutto ciò, ma noi ci siamo fermati a dormire 4 giorni nel nostro bellissimo e consigliato bed&breakfast perchè abbiamo usato Knysna come base per visitare i dintorni che meritano tantissimo.

Infatti da Knysna inizia il Garden Route National Park, che include antiche foreste (Tsitsikamma National Park) e costiere selvagge (Wilderness National Park) collegate da una catena di laghi, è un affascinante mix di ecosistemi in cui è possibile sentire il tipico lamento rauco e avvistare le ali scarlatte del turaco di Knysna, il volatile autoctono di questa zona, noi abbiamo sentito parecchie volte il verso ma non lo abbiamo mai avvistato.

Nel nostro girovagare, per puro caso siamo capitati al Goukamma Nature Reserve, dove da una scala in legno si accede a km di spiaggia incontaminata e selvaggia, nonostante sia così vicino alla civiltà  Goukamma dà  l’impressione di esserne ad un milione di miglia di distanza…

… al tramonto poi era qualcosa di strepitoso, il sole che filtrava tra la nebbiolina che lasciavano le onde quando s’infrangevano sulla battigia, il rumore del mare unito al tipico verso dei gabbiani…

…insomma una natura così forte e preponderante che ci ha lasciati a bocca aperta, al punto tale che il giorno successivo ci siamo voluti tornare per vedere come era anche al mattino…

…e non era per niente male, abbiamo quindi deciso di passarci una giornata intera, facendo un picnic in spiaggia…

…naturalmente non è assolutamente un mare balneabile, neanche per fare surf…

…per via di enormi speroni di roccia che affioravano a pochi metri dalla riva che davano ancora di più quel tocco di posto selvaggio ed inaccessibile…

…ma noi anche senza fare il bagno ci siamo divertiti ad andare in cerca di conchiglie e a passeggiare sul bagnosciuga respirando quella gustosissima aria così piena di salsedine…

…insomma non so se le foto rendano l’idea ma ha noi questo posto così selvaggio ed incontaminato, scoperto per caso, ci è piaciuto da matti…

…ci abbiamo passato una intera giornata ed alla sera eravamo messi così.

Anche guidare su queste strade girovagando a caso ci è piaciuto da matti: poco traffico, orizzonte che cambia ad ogni curva, e tante piazzole da sfruttare per fermarsi a fare foto.

Lungo la costa poi si susseguono una serie di minuscoli e pittoreschi villaggi sul mare, regno incontrastato dei surfisti.

Come quando ci siamo spinti fino a Wilderness, anzi Wilderness ci è rimasta talmente nel cuore che se un giorno Trip Family sparirà dalla circolazione siate certi che ci troverete qui.

 

W I L D E R N E S S

Wilderness è una cittadina sulla costa, per la precisione fra George e Knysna, in una fascia di terra compresa fra il monte Outeniqua e l’Oceano Indiano, noi ci siamo subito innamorati di questo piccolo e sperduto paesino in fondo all’Africa, schiacciato da una antica foresta pluviale e l’enorme spiaggia che dà sull’Oceano Indiano.

Non è particolarmente bello e non credo che ci sia molto da fare, se non non ammirare splendidi tramonti seduti sul patio di una delle innumerevoli casette di legno di fronte all’oceano (ci troverete lì), abbiamo ancora ben chiaro nella mente le passeggiate in riva al mare su queste spiagge deserte…

…con il sole che filtra tra le onde, i surfisti che le cavalcano ed bimbi e i cani che giocano insieme sulla sabbia…

…tra l’altro quella è stata l’unica volta in cui ci siamo attentati a fare il bagno…

…e l’acqua non era poi così fredda, siamo comunque pur sempre ancora nell’Oceano Indiano che a differenza dell’Atlantico gelato che si trova a Cape Town è un pochino più accessibile.

In poche parole abbiamo adorato Wilderness ed è ancora ben chiaro nella nostra mente il pensiero che ci è venuto quando eravamo là: cavolo come sarebbe bello viverci per sempre!

Alla fine tutte queste località  scoperte per caso ci hanno un po’ scombussolato i programmi, ma si sa il bello del viaggiare consiste propio in questo ed alla fine sono propio questo genere di ricordi che diventano indelebili.

Comunque ad un certo punto ci siamo rimessi in cammino verso Cape Town.

Uscendo da Knysna, dopo pochi km si incontrano opportunità imperdibili per conoscere la fauna sudafricana, dal Knysna Elephant Park, dove guidati da ranger esperti è possibile interagire con gli animali e seguirli nella passeggiata al tramonto, al Tenikwa Wildlife Awareness Centre, ricovero in cui vivono stabilmente ghepardi, leoni, leopardi e altri felini autoctoni meno noti che non possono essere reintrodotti in natura.

Tutte cose che però non abbiamo fatto, un po’ per via del budget ed anche per via del tempo che ormai cominciava a scorrere veloce (eravamo sulla Garden Route ormai da sei giorni).

Siamo invece stati a Monkey Land, che è il paradiso delle scimmie, un luogo dove questi animali si riabituano alla vita in libertà e possono facilmente essere avvistate con un safari a piedi con guida, basta tenere gli occhi aperti per individuare scimmie di ogni tipo, lemuri, scimmie ragno e gibboni.

Una visita che merita e che consigliamo soprattutto se si è con dei bimbi.

Ad un certo punto la strada punta verso l’interno e cambia anche il paesaggio, si comincia a vedere molta terra coltivata e tante mucche al pascolo…

…la varietà dei paesaggi, della vegetazione e della fauna, rendono la Garden Route una straordinaria sintesi della accecante bellezza naturale del Sudafrica.

Così come il susseguirsi dei centri abitati, che tra eleganza coloniale, offerte turistiche per tutte le tasche, e township eredità  dell’apartheid, raccontano l’enorme complessità che caratterizza ancora la società  sudafricana.

Quando si ricomincia a vedere il mare si è ormai dall’altra parte, sul versante atlantico e noi siamo filati dritti a vedere i pinguini africani nella famosa spiaggia di:

 

B O U L D E R S        B E A C H

Bisogna seguire la strada che porta verso la riserva naturale del Capo fino a Simons Town. Qui, su una spiaggia bianchissima, bagnata dal più azzurro dei mari, si trova una colonia di buffissimi pinguini che resistono a temperature piuttosto calde.

Per visitare la zona, si accede dal Visitor Center previo pagamento di una piccola tassa, l’orario delle visite è dalle 7 di mattina alle 19,30 di sera.

A Boulders si trovano ben 3000 esemplari, discendenti dalla prima coppia che si è stabilita qui nel 1982…

…si può tranquillamente esplorare la zona grazie a passerelle che lambiscono la spiaggia.

Ci sono pinguini che covano, che prendono il sole, che fanno il bagno, un vero spasso…

…inutile dire che ad Anita è piaciuto tantissimo, se fosse stato per lei sarebbe stata lì delle ore ad osservarli…

…ma dovevamo ripartire ci aspettava l’ultima tappa prima di entrare a Cape Town:

 

C A P O      D I      B U O N A      S P E R A N Z A

La Penisola del Capo è una riserva protetta a circa 60 km da Cape Town, si visita comodamente in mezza giornata con l’auto a noleggio oppure con una funicolare che permette di raggiungere la cima di Cape Point…

…e ammirare un inquietante paesaggio, con il rabbioso oceano che si infrange sulle scogliere, spiagge deserte e belle passeggiate.

L’entrata costa poco e l’orario delle visita va dalle 6 di mattina alle 18.00 di pomeriggio.

Una comoda strada conduce al Capo di Buona Speranza, che viene erroneamente indicato come il punto più a sud dell’ntero continente ed immaginario punto d’incontro tra le calde acque dell’Oceano Indiano, con quelle gelide dell’Atlantico.

Lungo la penisola è possibile incontrare zebre di montagna, antilopi, babbuini, struzzi…

…ma noi abbiamo incontrato solo tanti struzzi e molti leoni marini e foche intenti a crogiolarsi al sole sugli scogli, di altri animali tra cui i famigerati babbuini neanche l’ombra.

Nella giusta stagione poi, da giugno a dicembre, scrutando il mare, si possono scorgere ed ammirare anche le acrobazie delle balene , ma noi ci siamo stai in febbraio quindi niente balene, con il sommo dispiacere di Anita.

Comunque ormai il viaggio sulla Garden Route volgeva al termine, mancavano solo una cinquantina di km per arrivare a Cape Town, dove ci saremmo riposati, avremmo visitato la città  in attesa di prendere il volo per l’Italia.

Che dire sono stati quasi 400 km di continuo stupore e bellezza, ad ogni curva una sorpresa, paesaggi mozzafiato e una natura protagonista assoluta, noi ce la siamo presa comoda lasciandoci trasportare solo dall’istinto e dall’emozione, senza nessuna guida o percorso prestabilito, alcune cose le abbiamo saltate, tipo le farm di struzzi a Oudtshoorn e l’Addo Elephant Park , come altre svariate riserve incontrate lungo il cammino.

Ha prevalso in noi la voglia di lasciarsi sopraffare dalla bellezza dei luoghi senza programmare niente, giorno per giorno decideva la sorte e l’istinto e non ci siamo per niente pentiti di questa scelta.

La Garden Route una strada che consigliamo caldamente di percorrere almeno una volta nella vita.

Ma non era finita ci aspettavano bellissime giornate in una città sul mare, che ci ha letteralmente stregato; Cape town, continua a seguire le avventure africane di ” Trip Family ” cliccando qui:

 

 CAPE  TOWN                                          KRUGER   NATIONAL   PARK

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