KOH CHANG

La prima volta di Anita in Oriente. Quando nostra figlia ha compiuto 2 anni abbiamo pensato che era giunto il momento di fargli conoscere l’Asia, questo enorme continente composto da centinaia di paesi uno diverso dall’altro, ma con un’unico comune denominatore: il basso costo della vita.

Cosa non indifferente per una famiglia quando si viaggia, la scelta è quindi caduta sulla Thailandia, bellissimo paese dalla forte vocazione turistica, ma che ancora conserva angoli sperduti ed incontaminati. Il papà erborista in passato l’ha girata in lungo ed in largo e quindi è stato deciso di andare su di un’isola ancora sconosciuta a tutti e tre, un’isola quasi ai confini con la Cambogia; Koh Chang , l’isola degli Elefanti.

Koh Chang è l’isola piu’ grande nel golfo della Thailandia (la seconda per grandezza dopo Phuket), una delle ultime prima del confine con la Cambogia, si trova all’incirca a 280 km da Bangkok ed è un bellissimo posto per rilassarsi, secondo noi perfetto da visitare con dei bimbi dal momento che ospita un bello ed efficiente ospedale ed è abbastanza grande in modo che risulta facile ritagliarsi spazi ancora incontaminati.

Ci siamo quindi messi alla ricerca di un volo per Bangkok ed in rete abbiamo trovato Egypt Air che propio in quel momento stava facendo un’offerta di voli su varie capitali asiatiche, quindi ad un ottimo prezzo abbiamo preso 3 biglietti per Bangkok.

L’idea era quella di arrivare nella capitale thailandese, passarci una notte, per poi prendere di primo mattino un bus che ci portasse al molo di imbarco dei traghetti per Koh Chang che distava quasi 280 km (5 ore di bus) per la precisione a Laem Ngop nella provincia di Trat in direzione del confine con la Cambogia.

ITINERARIO: Milano – Cairo – Bangkok – Laem Ngop – Koh Chang – Laem Ngop – Bangkok – Cairo – Milano

DURATA DEL VIAGGIO:  10 giorni

COMPONENTI: 2 adulti e 1 bimba (2 anni)

PERIODO: febbraio 2010

CLIMA: il periodo migliore per Koh Chang va da novembre-dicembre a maggio, poi arrivano i monsoni. Meglio evitare giugno e luglio, ad agosto è un azzardo , a settembre inoltrato piove ma non sempre , ottobre è ancora bassa stagione e volendo si può rischiare.

SICUREZZA: ci sentiamo in grado di dire che per quanto riguarda Koh Chang e la Thailandia delle isole in genere, seguendo le solite accortezze di quando si viaggia, ci si sente abbastanza sicuri, la gente del posto è molto cordiale e simpatica ed è sempre disponibile ad aiutare nel caso ce ne fosse bisogno.

CAMBIO: la moneta locale è il Bath che si può cambiare negli svariati exchange office concentrati però sopratutto nella parte nord dell’isola, dove si arriva con il traghetto, stessa cosa per i bancomat (ATM) sono presenti, ma non più di tanto verso sud e del tutto assenti nella parte est dell’isola.

WI-FI: lo troverete quasi ovunque, negli hotel, nei bar, senza contare gli internet point, con una connessione abbastanza veloce ed affidabile.

PRESE ELETTRICHE: le prese corrente possono essere di vari tipi, in generale sarà facile trovare delle prese universali, cioè che accettano tutto: prese americane , presa UK ,  prese europee (come le nostre italiane ma però IMPORTANTE senza massa, cioè il perno centrale).

CIBO: la cucina thailandese è uno dei tanti motivi per cui vale pena fare un viaggio in questi luoghi, a noi piace da matti ed anche Anita di soli 2 anni (con le dovute accortezze) è riuscita ad apprezzarla, è una cucina capace di sorprendere e deliziare il viaggiatore fin dal primo assaggio. Consiste principalmente in riso, verdure e spezie, insieme a gustosi frutti tropicali: spesso questi ingredienti si incontrano tutti insieme nel piatto, in un continuo rimando tra i quattro sapori fondamentali, il dolce e il salato, l’aspro e l’amaro. Una nota ricorrente è poi il piccante, che non manca quasi mai nei piatti tipici thailandesi e che noi ci raccomandavamo sempre di non mettere in modo da far mangiare anche la piccola. In aiuto come sempre ci sono venuti i succhi di frutta tropicale freschi, spremuti sul momento e bevuti in gran quantità per tutto il soggiorno.

VISTO: Il visto turistico per la Thailandia non è richiesto in caso la permanenza non superi i 30 giorni totali, al momento dell’ingresso in Thailandia vi verrà stampato sul passaporto un visto d’ingresso gratuito, che consente la permanenza su suolo thailandese per un massimo di 30 giorni per ingresso via aerea, e sempre 30 giorni per ingresso via terra. In caso si viaggi solo con un biglietto aereo di solo andata sarà necessario avere un biglietto aereo che dimostri l’uscita dal paese a scadenza dei 30 giorni dal giorno di arrivo, questo non viene richiesto se si viaggia con un biglietto aereo di andata e ritorno con data di ritorno del volo a scadenza dei 30 giorni dal giorno di arrivo. Oppure se volete andare sul sicuro vi potete affidare a iVISA sono super professionali ed è veramente comodo, si può fare tutto online ed oltre al visto potrete ottenere anche moduli di dichiarazione sanitaria, documenti dell’ambasciata, foto del passaporto, rinnovi del passaporto, carte turistiche e altri documenti di viaggio, noi lo usiamo spesso e sono veramente affidabili.

COSTO TOTALE: in questo viaggio (il primo in Asia con la piccola) non siamo stati via molto tempo, è stato tutto molto improvvisato e deciso all’ultimo momento, sopratutto per scappare dal gelido ed insopportabile inverno padano. Ma complice l’ottima tariffa aerea che abbiamo trovato ed il costo della vita thai, che è veramente basso (in particolare modo a Koh Chang, rispetto ad altre isole più famose) abbiamo speso veramente poco, in pratica per 10 giorni tutto compreso (volo-bus-traghetto-resort) la spesa è stata di neanche 2000 euro, non male no?

Siamo quindi arrivati a Bangkok, dopo uno scalo al Cairo, nel primo pomeriggio ed abbiamo trovato alloggio qui al Somerset super albergo (che di solito non frequentiamo mai) ma che in quei giorni aveva un super prezzo…

…l’avevamo anche scelto per fare l’unica notte a Bangkok perchè molto vicino alla stazione dei bus Ekamai detta anche Eastern Bus Terminal, da dove saremmo ripartiti l’indomani alla volta di Laem Ngop, piccolo paesino un pò prima di Trat, da dove partono i traghetti per Koh Chang.

Una volta messi giù i bagagli siamo subito scesi per visitare i dintorni e sicuramente Bangkok merita più di una mezza giornata, ma la nostra voglia di mare e di scappare dal freddo inverno padano, uniti al poco tempo a disposizione…

…aveva fatto si che per stavolta a questa immensa metropoli asiatica avremmo dedicato pochissimo tempo, riservandoci di tornare in futuro con più calma. Avevamo anche portato con noi il passeggino che con i quasi inesistenti e sconnessi marciapiedi di Bangkok si è rivelato abbastanza inutile, nei viaggi successivi  infatti e sopratutto con l’arrivo del fratellino siamo passati totalmente alla fascia portabebè ed al marsupio (che consigliamo caldamente).

Abbiamo comunque approfittato di quella mezza giornata per individuare dove si trovava la stazione dei bus Ekamai detta anche Eastern Bus Terminal è già che c’eravamo abbiamo comprato i biglietti, visto che il bus partiva il giorno dopo alle 6,30 di mattina.

E dopo una bella cenetta thai fatta nel primo ristorantino incontrato, siamo tornati in albergo e questa era la vista notturna che avevamo affacciandoci nel balcone della nostra camera al 15 piano.

Alla mattina dopo una bella colazione ci siamo fatti portare con il tuc tuc dell’hotel al bus terminal che distava neanche 10 minuti. Avevamo fatto bene a procurarci i biglietti il giorno prima, perché oltre alla fila da fare c’era il rischio che se il bus si riempiva e si era costretti a prendere il successivo, erano alte le probabilità di perdere la coincidenza con il traghetto in partenza da Laem Ngop.

Le 5-6 ore di bus che occorrono per arrivare al molo, sono forse state la cosa più pesante di tutto il viaggio, Anita non aveva più sonno e nonostante avessimo portato con noi un lettore dvd portatile (all’epoca gli iPad non c’erano) cercare di distrarla in un angusto sedile di un pullman non è stato facile, ma comunque dopo un paio di soste in mezzo al nulla per fare i bisogni siamo arrivati a destinazione.

E fatti i biglietti ci siamo imbarcati a piedi, insieme ad auto, moto, gente del posto ed altri turisti su questo grosso traghetto…

…che piano piano in mezzora/quaranta minuti ci ha portato al molo di Koh Chang e questa è la vista che si ha appena si sbarca sull’isola.

Se siete una famiglia con bambini piccoli Koh Chang è un posto bellissimo , spiagge sicure, con sabbia fine e con un mare che dovete camminare un bel po’ perchè diventi profondo. Se siete una coppia che cerca la pace e il relax (ma senza esigenze di alta classe) è altrettanto un posto fantastico.

Tutte le spiagge principali e la vita “turistica” si trovano sul lato Ovest, il lato Est è ancora non sviluppato, a parte la strada principale sulla costa, dove però i mezzi pubblici (taxi pickup) non vanno, ci sono solo dei resort del tipo all inclusive, villaggi di pescatori e l’ospedale, in pratica è come se ci fosse la distinzione : voi turisti vivete a ovest , noi locali a est.

Una volta sbarcati dal traghetto bisogna avere pazienza ed affidarsi ai Taxi pubblici (taxi pick up) che non sono altro che dei pick up che possono caricare 7-8 persone, sono l’unico servizio pubblico esistente , per cui (anche se hanno in teoria una tabella prezzi) vi faranno i prezzi un pò a caso (soprattutto se non parlate thai). Non parliamo comunque di cifre da suicidio ma magari vi chiedono 3 euro invece che 50 centesimi.

Il prezzo aumenta con la destinazione, piu’ andate a sud piu’ costa. La cosa migliore infatti sarebbe noleggiare un motorino (cosa che il giorno dopo infatti abbiamo fatto) ma essendo appena arrivati ed avendo con noi i bagagli ed anche il passeggino, non era fattibile…

…quindi ne abbiamo preso uno e ci siamo fatti portare direttamente a Klong Phrao Beach, questa spiaggia che si vede in foto di cui avevamo sentito parlare molto bene…

…ed è stata un’ottima scelta, dalla strada principale per arrivarci bisognava attraversare questa piantagione di palme di cocco, di cui l’isola è piena…

…inoltre in questa spiaggia sfociava un fiumiciattolo (abbastanza pulito) è si è rivelata una delle spiagge piu’ tranquille dell’isola. L’area in generale è super super relax. Attorno non c’è nulla a parte qualce locale pescatore , qualche mini ristorantino , qualche resort (che per tanto ha tutto all’interno).

Ci sono vari bungalow o meglio dire capanne direttamente sulla spiaggia, è propio in questa che si vede in foto, per la precisione al Tiger Hut abbiamo preso alloggio per solo 250 bath (6 euro) a notte!…

…il posto era fantastico direttamente in spiaggia, la capanna era in effetti abbastanza “basic”  d’altra parte costava pochissimo ma a noi non importava più di tanto, l’importante era essere vicino al mare e per Anita come si vede in questo video era il massimo:

Una volta sistemati nella nostra bella capanna abbiamo passato il primo giorno praticamente senza muoverci…

…per riprenderci da tutto il viaggio, sopratutto quello in bus e visto che il sole picchiava assai per i primi giorni abbiamo lasciato Anita vestita leggera anche in spiaggia, onde evitare ustionamenti vari…

…due giorni dopo ci siamo mossi ed abbiamo girato a piedi lungo il bagnosciuga per scoprire nuove spiagge e proseguendo verso sud siamo sbucati a: Kai Bae Beach : qui c’erano resort di lusso ma anche alloggi economici (600-1000 bath).

La spiaggia era anche questa molto bella con un mix di sabbia fine (pero’ 90% coperta con alta marea) e ha sui bordi un pratino verde con palme e luoghi di relax, perfetta per coppie e famiglie e per chi cerca la pace ma non l’estrema solitudine, per tutte le tasche (ma niente a 5 euro a notte), con però tanti ristorantini lungo mare.

Ad un certo punto è arrivato il momento di visitare l’isola, abbiamo quindi noleggiato questo motorino (150-200 bath giorno). Confessiamo che da genitori un pò disgraziati ci siamo montati sopra in tre (Anita in mezzo) ed abbiamo girato per tutta l’isola in tre sopra e con la guida a sinistra (si in Thailandia si guida all’inglese).

Anita si è comunque ambientata benissimo (qui la vedete in versione Thai) ed alla fine lo scooter noleggiato si è rivelato il modo piu’ intelligente ed economico per visitare l’isola (che è immensa).

A volte ci sono dei sali scendi mica male , non per deboli di cuore e bisogna anche stare molto attenti alle scimmie di cui la giungla circostante è piena…

…scimmie che si fiondano in strada senza preavviso rischiando di farti sbandare. L’interno di Koh Chang infatti è costituito da montagne e giungla, colline e ripidi strapiombi ricchi di coreografiche cascate, laghi e fiumi che arrivano sino al mare color smeraldo…

…la strada s’inerpica propio in mezzo a questa splendida foresta dove oltre ai Macachi dalla coda mozza si possono ammirare; civette indiane, manguste di Giava, varani di terra e d’acqua, pitoni reticolati, cervi, cinghiali, nonché numerose specie di uccelli tra cui pappagalli, falchi e aquile…

…ed era veramente piacevole girare in maniera autonoma e scoprire ogni angolo di questa isola, che in certi punti ci regalava viste panoramiche mozzafiato propio come in questa foto…

…quando era ora di fare il pieno ci si fermava praticamente ovunque, gentili signorine con delle bottiglie di benzina davano da bere alla moto (come diceva Anita).

Escludiamo tassativamente lo spostarsi a piedi o in bici, la sera è tutto molto buio e poco illuminato e la gente si spara in strada senza guardare , cani e scimmie attraversano regolarmente e a volte pure elefanti.

Girare in scooter a caso ci ha dato modo di visitare dei bei templi lungo la strada…

…di incrociare elefanti (per la gioia di Anita) veri e finti di tutte le forme e materiali…

…dovete infatti sapere che Koh Chang significa in Thai “isola degli elefanti” infatti da quando in Thailandia è stato proibito il commercio del legname, tutti gli elefanti che venivano usati per fare questo lavoro sono stati messi “a pensione”  qui…

…per questo motivo ovunque ti giri è pieno di sculture elefantesche di tutti i tipi…

…che facevano strafelice la piccola amante degli animali. Ma non solo elefanti finti, infatti spiagge a parte Koh Chang ha molto da offrire; una immensa natura ancora incontaminata , il 70% della foresta centrale ancora foresta vergine , con all’interno due bellissime cascate e per chi lo ama percorsi di trekking da fare nella jungla…

…dove potrete anche incontrare elefanti che vivono in libertà, oppure salirci in groppa e farvi un bel giro off road nella foresta, rivolgendovi ad agenzie specializzate…

…nel nostro girovagare eravamo infatti incappati in questo centro di recupero elefanti dove c’era questa piccolina appena nata…

…Anita sopraffatta dalla felicità ha subito voluto far conoscere a mamma elefante il suo pupazzo di pezza “Effelamp” di cui non si separava mai e che ormai insieme lei aveva girato mezzo mondo…

…ma non solo a mamma elefante, visto che nella stessa struttura c’era anche una bella scimmietta che se ne stava lì a dormire beata con il dito in bocca…

…Anita ha pensato bene di svegliarla perchè anche lei doveva fare amicizia con “Effelamp” il suo elefante di pezza.

E dopo avere sfamato per bene con banane e frutta esotica la mamma elefante e tutti gli altri elefanti presenti…

…ci è stato proposto un giro all’interno, nella giungla, sul dorso di questa tenera elefante femmina…

…ci rendiamo ben conto che eticamente parlando non è il massimo, ma ha noi è sembrato che questi elefanti venissero trattati nel migliore dei modi e con molto rispetto. Ad Anita comunque il giro all’interno della foresta è piaciuto da matti e la cosa che ci è rimasta più impressa sono stati i passi felpati, praticamente silenziosi che questi enormi pachidermi avevano nel muoversi tra gli alberi della fitta foresta, sembrerà strano ma tutte queste tonnellate in movimento producevano meno rumore che un uomo a piedi…

…ma non era finita lì, perchè con nostra enorme sorpresa il giro comprendeva anche un bagno al fiume, elefanti ed umani insieme…

…abbiamo quindi messo i braccioli (forniti da loro) ad Anita, che però non era poi molto convinta di lasciare mamma elefante e di calarsi in acqua…

…e ci siamo tuffati. Di tutta l’escursione il bagno con questi bestioni è stato il momento più bello, sopratutto perché non c’è lo aspettavamo, di seguito un piccolo video per far capire l’estrema silenziosità che avevano questi animali nel muoversi nella giungla:

Finito il tour a dorso di elefante era quasi sera quindi abbiamo ripreso il nostro scooter e ci siamo diretti alla nostra capanna…

…e non c’era cosa più bella che aspettare il tramonto dalla veranda della nostra capanna…

…una volta calato completamente il sole ci si ritrovava ad avere una vista così…

…ed eravamo così tanto vicino al mare che era una delizia addormentarsi con il solo suono lento delle onde che s’infrangevano sulla spiaggia…

…Anita distrutta da tutte queste belle e nuove esperienze, crollava abbracciata al suo elefantino di pezza,  si pensa, forse, sognando elefanti.

Le giornate sono proseguite giocando in spiaggia e facendo dei bellissimi bagni, tra l’altro la spiaggia degradava dolcemente in mare, facendo si che per un bel pò l’acqua rimanesse bassa, situazione perfetta per quando si è con dei bimbi…

…Anita ha anche incontrato una bimba francese sua coetanea e si sono messe come matte a giocare con la sabbia…

…le noci di cocco e tutto ciò che la natura lì intorno offriva.

Un giorno, sempre in scooter, abbiamo anche provato ad esplorare la parte est dell’isola, che è ancora più selvaggia ed abitata praticamente da solo la gente del posto…

…ci si inerpica per un’unica e lunga strada in mezzo ad una rigogliosa vegetazione e per moltissimi km non c’è propio nulla, solo abitazioni dei locali…

…nulla a parte le onnipresenti scimmie che sono ovunque, dal momento che l’isola di Koh Chang è ricoperta per più dell’80% da una foresta pluviale rigogliosa e incontaminata…

…una delle foreste meglio conservate non solo della Thailandia, ma di tutto il sud-est asiatico. Al nostro giro della parte est però ad un certo punto abbiamo dovuto rinunciare perché la strada cominciava a diventere troppo impervia, ma sopratutto perché Anita seduta sulla sella della scooter in mezzo a noi genitori si era addormentata, povera piccola!..aveva solo 2 anni!

Abbiamo invece proseguito l’esplorazione dell’isola nella parte ovest è spostandoci verso sud, la prima spiaggia che abbiamo incontrato pochi km dopo Klong Phrao Beach (dove avevamo la capanna)…

…è stata Lonely Beach, spiaggia perfetta per giovani coppie , gruppi di amici e viaggiatori solitari che vogliono tranquillità…

..tendenzialmente, grazie o per colpa della guida lonely planet, è vista come l’area dei backpackers, ci sono molti negozi di tatuaggi, di collanine e pantaloni etnici, vecchi con la barba tipo residuo del vietnam e capanne ancora più economiche della nostra…

…la spiaggia è bella, anche se se le mangia un po’ l’alta marea, vi è un gran via e vai di giovani e appunto backpacker in generale, quindi se è l’ambiente molto informale e freakettone quello che cercate , questo è il posto che fa per voi.

E’ una buona base se si vuole visitare la parte sud dell’isola ed è comoda perchè ci arriva direttamente il BUS 392. Molti taxi pick up invece non superano questa location.

Noi invece girando in scooter per i fatti nostri siamo potuti arrivare fino a Ban Bang Bao nella parte più a sud dove c’è questo villaggio…

…un villaggio praticamente sull’acqua, famoso perché’ ci si viene sopratutto per mangiare il pesce ed è infatti chiamato da tutti: “Fisherman Village”…

…in pratica su questa palafitte è pieno di ristoranti tutti con queste grosse vasche piene di pesci e crostacei vivi, si sceglie cosa si vuole mangiare e te lo cucinano e servono al tavolo ad un prezzo veramente irrisorio, abbiamo fatto scegliere ad Anita che naturalmente ha scelto oltre a del pesce anche dei bei gamberoni da fare alla griglia…

…oltre ad i ristoranti è pieno di negozietti dove abbiamo comprato gli immancabili parei (cosa che facciamo ad ogni viaggio), ci sono hotel e sopratutto economiche guesthouse gestite da famiglie thai ed è presente anche un internet point…

…in pratica un villaggio di pescatori, ormai convertiti al turismo. Se siete a Lonely Beach o appena più su ed avete lo scooter è comodo per venirci a cenare o farsi un giro la sera.

La spiaggia invece non è un granché, questa area è invece famosa per il DIVING, le migliori scuole dell’area sono qua, potete farvi il PADI Open Water e fare immersioni o snorkeling.

Da qui partono anche le escursioni per le piccole isole di Koh Mak e Koh Kood che però per motivi di tempo non siamo riusciti a fare, ma che sicuramente meritano una visita.

Dopo Ban Bang Bao la strada finisceil turismo praticamente svanisce ed i mezzi pubblici sono inesistenti quindi non esistono supermercati, shop e ristoranti.

Noi comunque tutte le sere ce ne tornavamo nella nostra capanna sul mare, che era veramente “basica” ma dal letto si aveva una vista così, niente male…no?

Ed Anita continuava ad addormentarsi tutte le sere abbracciata al suo inseparabile elefantino di pezza…

…ma ormai tra fantastici tramonti…

…e giochi sulla sabbia, le giornate da passare sull’isola degli elefanti volgevano al termine…

…abbiamo quindi deciso, molto a malincuore, che era giunto il momento di abbandonare la nostra capanna e cominciare a dirigerci verso nord.

Visto che da lì a due giorni avevamo a mezzanotte il volo per l’Italia in partenza da Bangkok, avevamo deciso che avremmo preso il traghetto delle 14.00 in partenza dal molo nel nord dell’isola, per poi sorbirci 5 ore di pullman arrivare al teminal bus a Bangkok in serata, prendere un’altro bus che ci avrebbe portato all’aeroporto internazionale da dove saremmo partiti per l’Italia con il volo di mezzanotte.

Il tutto poteva essere abbastanza rischioso, bastava un semplice contrattempo ed avremmo perso il volo di ritorno, ma tanta era la voglia di rimanere al caldo (in fondo avevamo fatto solo 10 giorni) che abbiamo preferito rischiare.

Abbiamo quindi consegnato lo scooter che avevamo noleggiato vicino alla nostra spiaggia e con un taxi pick up ci siam fatti portare più a nord, nell’ultima ed unica spiaggia che ci era rimasta da vedere…

White Sand Beach, questa spiaggia che si vede in foto, che era molto vicino al molo da dove partono i traghetti e visto che avevamo passato 8 giorni in una capanna molto molto basica, abbiamo deciso che gli ultimi 2 giorni ci saremmo trattati meglio, quindi abbiamo trovato da dormire in questi bungalow verdi che si vedono in foto…

…per la precisione il  Cookies Hotel, è questa è la vista dell’hotel che si aveva dalla strada principale, hotel decisamente migliore del precedente, ma comunque con prezzi che rapportati a quelli occidentali erano veramente irrisori…

…c’era anche una bella piscina direttamente in spiaggia, delle belle e confortevoli camere ed una super colazione a buffett, insomma gli ultimi 2 giorni ci siamo trattati un po’ da signori.

Per quanto riguarda White Sand Beach è decisamente la spiaggia più turistica di tutta l’isola, quasi sempre abbastanza affollata, con tanti lettini ed ombrelloni, ma però con anche tanta scelta di ristorantini sulla spiaggia alla sera, tutta un’altra cosa rispetto alle spiagge più a sud, ma  giusto per un paio di giorni, propio per avere un graduale “ritorno alla civiltà” andava più che bene.

Quindi passati gli ultimi 2 giorni da pascià abbiamo preso il traghetto e percorso  a ritroso tutto l’itinerario dell’andata, per arrivare giusto in tempo a mezzanotte a Bangkok ed imbarcarci sul volo intercontinentale.

Per fortuna è andato tutto come previsto e con enorme dispiacere dopo un giorno e mezzo eravamo già nella nostra fredda e umida pianura padana.

In definitiva la Thailandia non delude mai, rimane secondo noi una delle mete migliori da fare con i bimbi (anche molto piccoli) unisce ai suoi prezzi veramente bassi l’estrema cordialità ed ospitalità dei suoi abitanti, un’ottima situazione ospedaliera, belle spiagge bianche ed una natura in alcune zone ancora intatta.

Cosa può volere di più una famiglia che viaggia, per questi e tanti altri motivi infatti “Trip Family” si è ripromessa che prima o poi ci tornerà, avevamo fatto solo 10 giorni, solamente un piccolo assaggio d’oriente e le isole da visitare sarebbero state ancora tante.

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