HOLBOX

Il vero motivo del viaggio in Messico era proprio venire ad Holbox, questa sperduta isoletta che si trova nel golfo del Messico e che 25 anni fa era chiusa al turismo…

Infatti il papà erborista, che negli anni precedenti ha girato tutto il paese in lungo in largo, ci aveva già provato ha venire ma era riuscito ad arrivare solo fino ad isla Contoy, poco distante.

Holbox rispettava in pieno i requisiti che cerca ” Trip Family ” quando viaggia per isole, cioè: l’assenza totale di auto, qui infatti le auto sono bandite, l’unico mezzo di trasporto sono queste golf cart che ti scarrozzano in giro per pochi pesos, sopratutto quando devi portare i bagagli.

Ad Holbox infatti non ci sono vere proprie strade, bensì piste di sabbia, l’isola fa parte di una riserva naturale e si ha la netta sensazione di essere ai confini, fuori dal mondo, a noi è piaciuta tantissimo e ci siamo stati quasi 3 settimane.

Praticamente si arriva in un villaggio di pescatori messicani come poteva essere 50 anni fa, niente auto, strade di sabbia, vento caldo, mare limpido, pellicani e quella pace e tranquillità che unita al “fancazzismo messicano” dà la sensazione di essere all’interno di un romanzo di Gabriel Garcia Marquez.

 

I L    T R A S F E R I M E N T O

Dopo avere consegnato l’auto presa a noleggio a Playa del Carmen, abbiamo trattato con un tassista il trasferimento verso il porto di Ciquilà, nel golfo del Messico.

Ci vogliono da Playa all’incirca 4 ore d’auto, attraversando tutta la selva, su questa strada quasi sempre dritta…

…lungo la strada incroci paesini piccoli e colorati…

…pochissime automobili…

una volta arrivati al porto di Ciquilà, sperduto e sonnacchioso paesino in mezzo al nulla, ci sono 2 compagnie di traghetti con partenze ogni 20 minuti.

Una volta imbarcati in 30 minuti di ferry si arriva a Isla Holbox , che in lingua Maya significa “Hoyo Negro”, ovvero buco nero, probabilmente per il colore un po’ più scuro che assume l’acqua in alcune zone dell’isola.

La particolarità di questa bellissima e sperduta isola oltre al fatto che non ci sono auto, è che da giugno a settembre al largo delle sue coste è possibile fare il bagno con lo squalo balena…siamo qua anche per questo.

L’isola è tutta una grande spiaggia vergine…

…e gli hotel sono piccoli edifici rustici, noi avevamo scelto dall’Italia questo che si vede in foto : Casa Blatha , perché si trovava appena un po’ fuori dal centro principale, era a basso impatto ambientale, situato sulla spiaggia e circondato da un giardino, mai scelta fu più felice…

…ci  hanno dato un ottima camera con questa  maestosa vista sul Mar dei Caraibi provvista di un balcone e un’amaca…

…dove tra l’altro tutte sere si assisteva a tramonti così, sdraiati sull’amaca.

Anche la colazione preparata da un cuoco italiano era soddisfacente, ad essere pignoli l’unica nota dolente era che nella spiaggia a poco metri dalla camera non c’era a disposizione nessuna sdraio né tantomeno ombrellone, a noi di solito queste cose non interessano più di tanto, ma stavolta viaggiando con Alfredo di 3 mesi ci avrebbero fatto comodo.

 

A M I C H E

Quando eravamo ancora nella Riviera Maya, per la precisione immersi nelle calde acque di Akumal, avevamo conosciuto una famiglia di Bologna, con due bimbe Arianna e Bianca dell’età di Anita, una famiglia a dir poco eccezionale, erano in viaggio da 6 mesi (cosa più unica che rara per degli italiani con bimbi), partiti dal Costa Rica, stavano risalendo tutto il Centro America in bus, per poi andare a stabilirsi in California, dove tutt’ora sono.

Beh che dire per ” Trip Family ” era “ammirazione pura” siamo diventati subito amici e le bimbe, tutte e tre bionde, hanno subito legato, ci siamo dati quindi appuntamento ad Holbox ed il giorno stesso quando siamo arrivati erano già lì ad aspettarci.

Con loro tra le altre cose, abbiamo fatto la cosa indispensabile da fare ad Holbox, che era anche uno dei motivi del nostro viaggio:

 

L O   S Q U A L O    B A L E N A

La grande attrazione di Holbox è l’enorme squalo balena, il più grande e (innocuo) squalo esistente, che nel periodo estivo si avvicina alle coste dell’isola per riprodursi. Da maggio a settembre, è possibile avvistare e fare il bagno con questo enorme pesce, di sicuro un’esperienza imperdibile e affascinante.

I tour operator che organizzano questa uscita in barca sono vari e li troverete aperti sopratutto alla sera intorno allo zocalo (piazza) nel centro di Holbox.

Hanno creato una sorta di “cartello” per cui i prezzi non si differenziano molto tra di loro, noi essendo 4 adulti con 4 bambini (di cui uno di 3 mesi) siamo riusciti a strappare una cifra decente e al mattino presto siamo partiti.

Si parte in barca e si va al largo con due guide, una che pilota il mezzo e l’altro che sul tettuccio dell’imbarcazione cerca di avvistare la pinna dell’animale, che di solito in queste acque ricche di plancton, se ne sta a pelo d’acqua con la bocca spalancata a inghiottire cibo.

Tra l’altro durante questo tragitto abbiamo anche incontrato delfini che nuotavano a fianco della barca.

Una volta avvistato lo squalo balena, lo si affianca, si indossano i giubbotti, pinne, maschere e boccaglio ed insieme alla guida…

…sotto di noi uno squalo balena di oltre 15 metri!

Io e Anita ci tuffiamo impavidi per nuotargli al fianco…

…ad Anita gli era stato spiegato che doveva stare molto attenta a non toccarlo dal momento che la sua pelle è fortemente abrasiva, quindi non ha potuto abbracciarlo come avrebbe voluto fare.

Purtroppo all’epoca la piccola sub non aveva la macchina fotografica subacquea (gli è stata regalata l’anno dopo) quindi le foto non rendono l’idea, infatti ci vorrebbe tornare.

Siamo invece andati  3 anni dopo a CEBU nelle Filippine dove anche lì abbiamo nuotato con gli squali balena questa volta fotografandoli benissimo, le foto le potete vedere cliccando qui : CEBU  

L’emozione ed il ricordo di nuotare con un pesce gigante tutto a pois, libero in mezzo al mare, rimane comunque indelebile.

 

C A B O    C A T O C H E

Dopo aver fatto il bagno con lo squalo balena, compresa nell’escursione c’era anche una sosta a Cabo Catoche, il punto più a Nord dell’isola…

…dove visto che ormai era l’ora di pranzo, abbiamo mangiato il ceviche fatto sul momento.

A noi come cibo a farci impazzire è stato propio questo: il ceviche di pesce fresco, il piatto cucinato con pesce o gamberetti (o entrambi), lasciati a marinare nel succo di limone e conditi con cipolla fresca, pomodoro a quadretti, coriandolo (il famoso cilantro, spezia immancabile nella cucina Messicana) e diversi tipi di peperoncino fresco, preparato sul momento dai pescatori che ci hanno accompagnato nella gita alla ricerca dello squalo balena.

Inoltre in questo fantastico posto sperduto nel nulla, Cabo Catoche, era numerosa  la presenza di pellicani, cormorani e svariati altri uccelli marini, oltre ad enormi pesci gatto che si nutrivano degli avanzi sotto la barca…

…e mentre Alfredo completamente cotto da 6 ore di barca dormiva (fantastico bimbo!)…

…le ” Tre Bionde” scorrazzavano felici su lingue di sabbia in mezzo a pellicani ed uccelli marini…

…inventandosi giochi…

…ed esplorando i dintorni di questa laguna incontaminata.

Una escursione quella alla ricerca dello squalo balena da fare assolutamente, viene a costare un pò ma ne vale sicuramente la pena.

 

C I B O

Ci sono molte opzioni per mangiare, dai tacos e crepes per la strada, alla pizza all’ aragosta (purtroppo in un momento di pazzia l’abbiamo provata, veramente pessima!)…

…in un altro momento simile, con gli amici bolognesi abbiamo anche provato le chapulinas (cavallette fritte), abbastanza disgustose pure loro. Una delle cose belle, quando si viaggia con un bimbo di 3 mesi, è che non ti devi preoccupare del cibo (i problemi possono sorgere quando sono più grandi) dal momento che a qualsiasi ora c’è la “Grande Madre Tetta” pronta a soddisfarlo…

…comunque visto che eravamo in un isola dove il pesce abbondava…

…secondo noi la cosa migliore da fare era andare direttamente in spiaggia e farsi preparare pesce, gamberi ed anche aragoste alla griglia direttamente dai pescatori…

…in ristoranti per niente raffinati, quasi improvvisati che si trovavano direttamente sul mare…

…se poi ciò avveniva alla sera, compreso nel prezzo ci si cuccava anche dei tramonti spettacolari.

Noi comunque come al solito si andava anche a fare la spesa al mercato per rifornirci di tanta frutta esotica che tanto ci piace, da mangiare in camera…

…ed ogni tanto si andava anche da  “Rosa“, chiamarlo un ristorante è un azzardo…

…dal momento che praticamente eri in casa sua…

…ma ci aveva preso in simpatia (sopratutto Alfredo) e quindi si andava a mangiare messicano casalingo.

 

A N I M A L I

L’isola è una grande riserva naturale, parte del Área de Protección de Flora y Fauna Yum Balam,  per fortuna non ancora devastata dal turismo e da disastrose speculazioni edilizie, anche se alcuni abitanti ci hanno riferito che una nota impresa produttrice di bevande gassate e zuccherine (!), ha già allungato le grinfie su alcuni terreni, comprandoli dalla popolazione ignara con l’inganno.

Sull’isola abitano, secondo la stagione, 155 delle 520 specie di volatili presenti nello Yucatan, tra i quali pellicani, fenicotteri rosa (soprattutto nel periodo estivo), gabbiani e cormorani

…oltre alle numerose  iguana che ti ritrovi dappertutto…

..ma c’è stato un animale veramente strano che Anita in spiaggia è andata subito a scovare, questo strano essere che nessuno di noi aveva mai visto in vita sua (neanche sull’enciclopedia degli animali). Sembrerebbe una specie di granchio in realtà appartiene alla famiglia dei ragni, si chiama Limulo (Limulus Polyphemus) ed è un animale molto antico…

…che vive in quelle acque ed in poche altre zone del mondo, nei giorni a seguire ne abbiamo incontrati altri anche con il piccolo al seguito, ad Anita naturalmente è piaciuto un sacco a me faceva un po’ senso e mi ricordava molto il mostro del film Alien.

Un discorso a parte meritano i cani, che sono ovunque, ma sopratutto in acqua..

…il fatto che questi pulciosi amassero fare il bagno con gli “umani”…

…era una di quelle cose, come si può immaginare, che entusiasmava Anita che infatti stava delle ore a parlarci.

Un’altro “essere” con qui stava delle ore a parlare era la stella marina Martina che aveva pescato propio di fronte all’hotel, è rimasta “connessa” con lei alcuni giorni, poi logicamente la liberata in mare.

Tra gli animali incontrati ad Holbox non bisogna dimenticare i cavalli

…dal momento che c’era la possibilità di fare passeggiate a cavallo…

…noi come al solito abbiamo colto l’occasione ed una sera al tramonto siamo montati in sella ed esplorato parti dell’isola che non avevamo mai visto.

 

M A N G R O V I E

Nel 2005 un forte uragano ha colpito l’isola, distruggendo la foresta di mangrovie che si trova a nord, questo è quello che è rimasto e quei due puntini in lontananza sono Anita e il papà che stanno cercando di raggiungere un colonia di fenicotteri che vive più avanti…

…il problema era che più ci avvicinavamo, più i fenicotteri piano piano si spostavano…

…all’escursione ha partecipato anche Alfredino, un pò in coma ma c’era…

…eravamo comunque in un posto spettacolare, una lingua di sabbia con l’acqua calda, trasparente, per centinaia di metri…

…noi un pò da incoscienti ci siamo andati anche nell’ora peggiore cioè, dopo pranzo, sotto un sole cocente…

…la sensazione di essere sperduti nel nulla, in mezzo a queste mangrovie quasi tutte distrutte era comunque impagabile…

…alla fine i fenicotteri non c’è l’abbiamo fatta a raggiungerli e ci abbiamo rinunciato…

…ci eravamo fatti portare lì da un taxi golf-cart, mettendoci d’accordo che sarebbe tornato a riprenderci dopo 3- 4 ore, qui vedete il papà e Alfredo (che si è svegliato dal coma) in attesa e nella speranza che vengano a riprenderli.

Alla fine c’è l’abbiamo fatta ad arrivare a casa e qua siamo nella reception di Casa Blatha  dove alloggiavano e stiamo cercando di connetterci con l’iPad, il WI FI, infatti lo troverete più o meno ovunque, a volte la connessione sarà lenta , a volte inesistente, ma d’altra parte si è  s’un’isola messicana e bisogna sapersi adattare, come del resto anche i bancomat (ATM) da quel che ci risulta ce ne sono solo un paio ed anche abbastanza imboscati, consigliamo quindi di portarsi contante…

…il resto dei giorni lo abbiamo passato girando per il paesino dove alla fine ci conoscevano tutti…

…facendo dei gran bei bagni nel tratto di mare davanti alla nostra camera…

…spappolandoci sull’amaca a leggere e a contemplare tramonti da favola…

…e così facendo i giorni sono volati. I nostri amici bolognesi, con le bimbe, sono ripartiti per proseguire il loro viaggio e noi ci siamo ripromessi che al più presto li saremmo andati a trovare in California.

In definitiva Holbox è una meta ideale da fare con i bimbi, non ci sono auto, la si gira tutta a piedi, l’ambiente è molto familiare, dopo un pò ci si conosce tutti, il mare è bello, limpido e caldo, bisogna tenere presente però che non c’è barriera corallina e quindi non si fa snorkeling come nella Riviera Maya, ci sono però grandi e belle spiagge che degradano  dolcemente in acqua, ideali con i bimbi piccoli…

…tutta l’isola è praticamente un’enorme spiaggia, con molti punti in cui non c’è nessuno e se si vuole pace e riservatezza è perfetto.

Il suo centro abitato, che si trova alla sinistra della zona degli hotel è formato da una piazza (zocalo) con un parco con alberi e giochi per bimbi e si anima sopratutto verso l’imbrunire, quando fa meno caldo, ci sono ristorantini, negozi di artigianato e di abiti ed anche una gelateria…

…e man mano che l’aria si fa più fresca arrivano turisti e gente del posto, carretti che vendono tacos, patatine fritte e bibite fresche e i ruggenti (e onestamente non proprio ecologici) taxi-golf cart, inoltre ci sono anche un mucchio di bimbi del posto con cui è facile fare amicizia e che frequentano tutti l’unica scuola elementare che c’è…

…è presente anche un pronto soccorso, mentre per le urgenze più gravi bisogna recarsi a Cancun.

Insomma un gran bel posto che fa venire voglia di fermarcisi. Invece dopo 3 settimane con grande rammarico siamo dovuti partire, quindi abbiamo ripreso il ferry che ci ha portato a Ciquilà, poi da lì un taxi che in due ore circa è arrivato all’aeroporto di Cancun, abbiamo fatto tutto sul momento, senza prenotare niente prima. All’imbarco di Blue Panorama (la peggior compagnia aerea sulla faccia della terra) era il caos totale, noi sgomitando in mezzo alla folla, abbiamo fatto presente che avevamo un bimbo di 3 mesi (solo le compagnie italiane ti trattano così!) esigendo l’imbarco prioritario, ci siamo riusciti e dopo aver pagato la tassa in uscita di 50 euro per adulto!! (si è così o almeno lo era nel 2014, informatevi…) siamo saliti, pronti per rientrare in Italia.

In conclusione pensiamo che l’isola di Holbox è ancora un piccolo paradiso che, a differenza delle ormai esageratamente sfruttate coste della Riviera Maya, conserva l’incanto di isola quasi vergine da esplorare, immersa in una natura che va protetta e salvaguardata fermamente. Se cercate una vacanza all’insegna del relax, l’isola è il posto ideale per staccare, e abituarsi per qualche giorno ad un ritmo di vita totalmente differente. Speriamo che rimanga così…

Se vi va di vedere le altre mete del nostro viaggio in Messico cliccate qui:

 

Playa del Carmen        –           Tulum

 

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